Quante
volte, soprattutto al mattino, vi è capitato di ritrovarvi a cantare a gola
spiegata quella canzone che fa…
I believe I can
flaaaai…
I believe I can
touch the scaaai…!
A me, molte:
mi sveglio positiva, lo ammetto. Poi, di solito, le mie grandi aspettative
vengono disattese (leggi: settimana di emme-erda), ma va bon. Almeno la
cantatina me la sono fatta.
La scorsa
settimana, però, ho avuto ben donde di riflettere seriamente sul “believe”,
cioè sullo sfrenato desiderio/bisogno di credere in qualcosa, che l’uomo ha
sempre avuto. Ho visto infatti due film assai stimolanti, in proposito: Magic in the moonlight e E.T.; in più, Glade, reduce dal concerto
di Fabi, Silvestri e Gazzè, si dice ormai convinta che “l’amore non esiste”, ed
io ci sto pensando.
Mi sono
illusa, per tutti questi anni? Non era amore, quello tra me e l’Architetto
Sexy, ma solo reazione chimica? Se non abbiamo l’anima, perché soffrire?
Domande
esistenziali. Stamattina, niente I can
flai, stamattina è l’alba di un giorno scettico, come la prof di latino e
greco quando affermavo di non aver copiato la versione di Tucidide. (E chi non
l’aveva copiata, dico io?? Se usciva quello, alla maturità, rimanevamo tutti
bocciati. Garantito.)
Ieri sera,
ad aggravare la situazione, in tv trasmettevano uno show sui Dieci
Comandamenti, e lì ho raggiunto l’apoteosi del mio razionalismo (anche se ‘apoteosi’
forse non è il termine più adatto ad una dichiarazione di ateismo!). Ecco che,
dall’ottimismo del mio cuore pieno di passioni –marito, famiglia, amici,
scrittura e letteratura, feste!-, son passata in picchiata ad una rinnovata
stima nell’evoluzionismo e alla certezza che, nell’universo, siamo soli soletti (almeno, nell’universo che
conosciamo).
Ci mancava
giusto che il nipote scoprisse la verità su Santa Lucia! Un trauma –per gli
adulti- da cui si capisce che l’infanzia dura tre secondi; così, quel poco di
magia che ci tocca nella vita si esaurisce
entro pochi vagiti e non rimane che ricordarsi di quanto si era polli
quando ancora ci si credeva.
Non è detto
che tutto quello che non vediamo non esista, diceva il conduttore dello show di
ieri sera. Come la verità, la giustizia, la paura, l’affetto. E invece, guarda
un po’ Glade!, adesso ci credo che non esistano. Forse è così: l’amore non
esiste. Ma esistiamo noi. La natura ci ha mollati qui e ci ha tolto anche la
coda, le branchie, l’illusione. Ma non è ancora riuscita a levarci la nostra
disperata volontà di essere felici, ogni tanto, per sbaglio, per passare il
tempo, per non lasciarci vivere. La verità, la giustizia, forse non esistono in
maniera tangibile, ma noi le abbiamo ideate, gli abbiamo dato un nome, le
abbiamo costruite e rese socialmente utili, le abbiamo rese concrete. Come la
paura, che ci incatena in casa, o l’amicizia, che ce ne fa uscire.
E l’amore?
Anche quello è una nostra formazione mentale? Mi sa.
Che bella
cosa che abbiamo inventato.
E l’abbiamo
fatta diventare reale, altro che extraterrestri.
Una Persona Che Conosco è pregata di darci qualche informazione sui film di cui sopra.
RispondiElimina