Gomitoli e matasse
Con il raggiungimento di una certa età, credo –e, più che altro, spero- di aver acquisito una
buona dose di cervello emotivo (grande controsenso); tale acquisizione mi ha
resa calamita per un considerevole numero di amiche, tutte in preda a psicosi collettiva
“uomoide”.
I rapporti di Glade, Yaia, Sole, Una Persona Che Conosco e
quant’altre mai le affliggono moltissimo, soprattutto se sono rivolti all’altro
sesso. L’uomo/compagno con il quale ognuna ha o tenta di avere una relazione,
oppure l’uomo in generale, sono oggetto di una riflessione scientifica senza
fine –ma con uno scopo ben preciso, ovvero la comprensione ai fini di una
migliore e più rapida cattura.
Lo so, è triste parlare degli uomini come se questi fossero
cavie, animali selvaggi o creature da irretire: noi donne non ci facciamo una bella
figura, anzi, passiamo per sciocche seppur seducenti predatrici, il cui unico
obiettivo nella vita è garantirsi un compagno.
Evidentemente io tratto l’argomento a cuor leggero perché ho
già una persona con cui condividere quel grosso problema mai risolto che è la
nostra esistenza. In effetti, non ho idea di quanto sia difficile essere
singles in un mondo in cui sembra d’obbligo accompagnarsi con qualcuno che sia
altro da noi stessi. E’ come se, da soli, non fossimo abbastanza, se i nostri comportamenti, le nostre paure e le
speranze per il domani non avessero senso, a meno di non essere condivise con
un’altra persona…
Le donne, in particolare, soffrono parecchio la solitudine.
Non ne hanno paura, ma ne soffrono. Tutta colpa dell’idea tradizionalista che
si ha della figura femminile: anche se siamo nel Terzo Millennio, una donna
sola, ovvero senza un fidanzato, non è ammissibile agli occhi della società
odierna, proprio come non lo era cinquant’anni fa. La differenza è che,
semplicemente, una volta venivi tacciata ad esempio negativo alla luce del
sole, mentre ora la gente ti mormora dietro le spalle, come se, al tuo
passaggio, la pelle rilasciasse un peccaminoso odore di nubilato che offende le
nari delle persone rispettabili.
Non ho mai visto tante sciocchezze scritte in una frase tutte
in una volta!
Le singles che conosco io sono donne meravigliose,
perfettamente in grado di cavarsela da sé in casa, fuori casa, sul lavoro , in
macchina, in banca, con la famiglia, con il medico e dentro qualsiasi
situazione immaginabile.
E allora perché molte di loro sembrano sempre così
terribilmente insoddisfatte? Per quale motivo non avere un uomo accanto lascia
un buco tanto grosso nell’anima di una donna di per sé forte ed
autosufficiente? Perché continuiamo a desiderare di non essere sole?
Forse perché le relazioni sono come tanti gomitoli che
portiamo in un cesto, nel nostro cuore. Quando conosciamo una persona che ci
piace, le affidiamo un capo del gomitolo e le concediamo di tirare, tirare,
tirare il filo quanto vuole. A volte si creano nodi, il filo si accorcia e ci
si avvicina un po’. Altre volte il legame si spezza ed è molto impegnativo
riannodare i capi lesi: in ogni caso, la riparazione resta sempre lì sotto i nostri
occhi, a ricordarci che il filo potrebbe cedere in qualsiasi momento.
Tutti i gomitoli, comunque, piani piano si srotolano dal
nostro cuore -a mano a mano che ci doniamo all’altro: la prova del nove è
quando l’altro ci restituisce il gomitolo… Se lo fa, in che modo lo fa, in
quale misura e se il suo filato è della stessa qualità del nostro, bé, questi
sono elementi che dobbiamo valutare da soli. Col nostro cervello emotivo.
Ecco perché, forse, non riusciamo a stare a lungo senza
relazioni. Il nostro cuore forse non è fatto per rimanere vuoto: ha freddo. Non
è tanto una questione di uomini o di donne, ma di donare, ricevere,
condividere.
Dicono che s’impara, come s’impara a fare la maglia.
In ogni caso, non è detto che chi non si accoppia per tutta la
vita abbia il cuore vuoto! L’evolversi di un rapporto dipende da tante cose:
fortuna, aspettative, progettualità… E qui mi fermo perché il post sta
diventando fin troppo serio. Proseguite voi con la riflessione, io vi ho solo
donato un filo…
E qst filo che ci hai regalato mi ha ricordato che il cuore non si scalda esclusivamente dell'amore dell'altro sesso ma anche di qll degli amici, della famiglia, dei colleghi contenti di lavorare con te perche ` metti l'anima in quel che fai, del senzatetto che ti offre sorrisi perche` gli hai dato un pasto...il piumone arrivera` prima o poi ma forse scalda di piu`il plaid poggiato sempre sul divano! Faby
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