Musica: un amore swift
Tempo fa, Glade si chiedeva come diavolo si faccia a riconoscere qualcosa di vero quanto il primo amore.
Tempo fa, Glade si chiedeva come diavolo si faccia a riconoscere qualcosa di vero quanto il primo amore.
Noi donne (per
fortuna) siamo oggidì libere di avere storie, di farle finire e ricominciare ed
anche di macinare –figurativamente parlando- svariati partner.
Ma come si fa a
capire qual è quello “giusto”?
≪Tutte le donne
vogliono un bel cavallo!≫ afferma la mianuovamica.
Ma come, come
distinguere tra l’ennesimo stallone, il puledro appena svezzato e il purosangue
che ci porterà a galoppare nelle praterie del Grande Amore?
Il confronto con il
Primo, quello serio, il fidanzato “storico” sembra obbligato, nonché l’unica
soluzione. Se non era vero il primo sentimento, provato ad n’età in cui ogni
cosa sembrava preziosa come una stella di diamanti sfaccettati, cos’altro può esserlo? E così, dàlli a
fare il paragone, a spulciare le serate con i nuovi esemplari equini nella
speranza di rintracciare, di nuovo, quel nitrito aitante che ci rimbombava
nelle vene quando sentivamo i suoi
passi, anni ed anni fa.
Era bello, vero?
Le uniche parole che
ci venivano in mente erano PER SEMPRE, PER SEMPRE, e al posto degli occhi
avevamo la carta dei Baci Perugina (in un occhio quella esterna, nell’altro la
cartina con la frase d’amore).
Era bello, ed era
vero, non c’è dubbio.
Ecco due notizie che
potrebbero essere d’aiuto.
Uno, era vero ma è
passato, e noi siamo diversi dal momento in cui lo abbiamo vissuto. Grazie al
cielo. Questo non rende le cose più semplici per quanto riguarda la ricerca di
un nuovo amore, ma può almeno staccarci le cartina dei Baci dagli occhi.
Due, tutto è vero,
nel momento in cui si vive. Ciò dovrebbe farci esultare e gridare Osanna! (O, come si diceva da bambini, Rosanna!) … perché così abbiamo la
certezza di non perdere mai tempo. Ogni storia cui diamo inizio e spazio è
reale, e può renderci felici come un vero amore.
Terza ed ultima
notizia: il cuore ci avvisa quando è amore. Anche il suo, il suo di lui (eius,
e scusate questo flash al liceo classico). Quando i due vanno allo stesso
ritmo, il gioco è fatto. Ma solo la testa mette il marchio DOC alla relazione.
Della serie: sì, lo amo e sono pronta a decidere di amarlo in futuro e di
stargli vicina nel bene e nel male, in ricchezza e in povertà, nella salute e
nella malattia, con o senza figli, con o senza lavoro, in casa e per strada e
ovunque voglia portarci la vita.
Non serve un
matrimonio per celebrare le nozze di un vero amore. Basta sapere che lo si
desidera, e accettarlo, ed infine strapparsi il cuore e metterlo in tavola ogni
santo giorno.
“Basta”…
La faccio facile.
Guarda caso, però,
ho anch’io tante cicatrici sul mio petto, una per ogni volta che ci ho provato.
Non è per niente
facile. Ma è quello che voglio.
Riconoscere il vero
amore è stata la cosa più intelligente che abbia fatto.
Con l’aiuto della
vita, che mi ha smollato l’Archy sulla strada.
Vi auguro la stessa
buona stella. Di cioccolato, però: fanculo anche i diamanti.
La cellulite sì, che
è per sempre.
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