E’
troppo facile, titola uno degli straordinari
racconti di Agatha Christie.
Di solito, belli
miei, è proprio così.
A cosa mi
riferisco? A tutto.
La nostra vita ci
mette davanti a prove di valutazione che, fino a una certa età, sono una
passeggiata: i bambini vedono le cose nella giusta luce, e dalla prospettiva
ideale, ovvero dal basso, e le affrontano con un allegro senso di sfida,
andando verso l’alto.
Gli adulti,
invece, memori di tante mazzate, si ritrovano ben presto a faccia a faccia con
la realtà, e si sa che è difficilissimo stare occhi negli occhi con Lei. Per lo
più, si tende ad affermare:”E’ troppo bello per essere vero!”, oppure:”E’ troppo
facile… dove si nasconde l’inganno?” e così giriamo le spalle anche alle poche
occasioni di essere felici.
Siamo tristemente
passati dal non sapere come nascono i bambini al non credere nemmeno di poterne
avere più.
Siamo depressi.
Ma perché?
Quand’è che
abbiamo smesso di pensare E’ troppo
difficile –per poi provarci lo stesso- ed abbiamo imboccato la strada del E’ troppo facile… -per poi autoesiliarci
dalla nostra stessa vita?
Le bambine che
eravamo non avrebbero approvato. Loro scalciano dentro di noi, e finché non le
avremo partorite non ci sarà spazio per altre gravidanze: dobbiamo tirar fuori
quello che eravamo alle origini, in essenza, per poter essere veramente noi
adesso. Lo dobbiamo a quelle ragazzine piene di diari, di fantasia e di
aspettative.
Con che occhi mi
sta guardando la mia bambina interiore? Non sarà facile, ma voglio renderla
fiera di me.
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