martedì 20 agosto 2013

Consigli non richiesti

Regola numero uno dell'essere amiche


Video: uno Zero a chi non è mio Amico!


Sabato mattina ho accompagnato Yaia in un negozio di scarpe.
La mia amica aveva un vestito rosa cipria a cui trovare le giuste compagne d’avventura sotto forma di sandali o décolleté, ma è stata un’ardua impresa ottenere ciò che volevamo. Causa: i consigli non richiesti della commessa.
E’ vero: lei, responsabile di un negozio di calzature, in teoria ne sa più di noi. Quello che non concepisco è il motivo di tutti quegli sguardi sarcastici e del rifiuto –non ci crederete mai- di far provare a Yaia dei modelli che lei, come cliente, aveva tutto il diritto di vedere.
Questa situazione mi ha fatto pensare ai maledetti consigli non richiesti che spesso fornisco, in completa scioltezza, alle mie amiche e sorelle. Io, da brava femminista ed ex liceale classica, ho un’opinione a volte troppo netta (a volte brutale) su ogni cosa, e, con gli anni, ho imparato ad esprimerla. Credevo di farlo con tatto e a beneficio delle persone a cui mi rivolgevo. Sbagliavo, dal momento che i miei suggerimenti non richiesti sono sempre sfociati in un caso di Stato, una tragedia familiare, un totale massacro. Inoltre, riconosco la scarsa utilità del mio comportamento: fidanzati sbagliati, guzzamici e amiche stronze hanno continuato a circolare nella vita delle mie confidenti nonostante i miei consigli di drastica pulizia, con il solo risultato che l’amica stronza, alla fine, lo diventavo io.
Lo schema si è ripetuto anche con le scarpe di Yaia: alla fine, lei ha scelto quelle che più le piacevano, e non le preferite della commessa. Ce ne siamo andate dal negozio con un senso di potere mai visto.
Se le mie amiche provano lo stesso quando vanno contro i miei avvertimenti, qui c’è qualcosa da rivedere e da rifare. Mea culpa.

Quello che dico io è: cerco solo di essere onesta. Come faccio a capire quando l’onestà offende chi mi ascolta e quando, invece, serve assolutamente? E’ una questione di diplomazia o di falsità? E comunque, è così sbagliato tentare di far aprire gli occhi a qualcuno che li ha offuscati da infatuazione, sesso, paura?

Glade qualche tempo fa mi ha fatto capire con uno sguardo che stavo sbagliando il mio approccio alla disoccupazione. Venerdì sera, per la prima volta, in compagnia di un’amica nuova che chiameremo Sole, ho ammesso la mia condizione. Le amiche servono. Proprio come le commesse. Bisogna trovare il modo, ma parlare è necessario.
E’ la regola numero uno dell’essere amiche.
Serve a difendersi dalle incursioni di popolazioni stravaganti come quella maschile, e a scegliere le scarpe giuste da abbinare a un vestito rosa cipria. Entrambe attività di discreta importanza. 

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