martedì 17 settembre 2013

Cervelli emotivi


Gomitoli e matasse



Con il raggiungimento di una certa età, credo –e, più che altro, spero- di aver acquisito una buona dose di cervello emotivo (grande controsenso); tale acquisizione mi ha resa calamita per un considerevole numero di amiche, tutte in preda a psicosi collettiva “uomoide”.
I rapporti di Glade, Yaia, Sole, Una Persona Che Conosco e quant’altre mai le affliggono moltissimo, soprattutto se sono rivolti all’altro sesso. L’uomo/compagno con il quale ognuna ha o tenta di avere una relazione, oppure l’uomo in generale, sono oggetto di una riflessione scientifica senza fine –ma con uno scopo ben preciso, ovvero la comprensione ai fini di una migliore e più rapida cattura.
Lo so, è triste parlare degli uomini come se questi fossero cavie, animali selvaggi o creature da irretire: noi donne non ci facciamo una bella figura, anzi, passiamo per sciocche seppur seducenti predatrici, il cui unico obiettivo nella vita è garantirsi un compagno.
Evidentemente io tratto l’argomento a cuor leggero perché ho già una persona con cui condividere quel grosso problema mai risolto che è la nostra esistenza. In effetti, non ho idea di quanto sia difficile essere singles in un mondo in cui sembra d’obbligo accompagnarsi con qualcuno che sia altro da noi stessi. E’ come se, da soli, non fossimo abbastanza, se i nostri comportamenti, le nostre paure e le speranze per il domani non avessero senso, a meno di non essere condivise con un’altra persona…
Le donne, in particolare, soffrono parecchio la solitudine. Non ne hanno paura, ma ne soffrono. Tutta colpa dell’idea tradizionalista che si ha della figura femminile: anche se siamo nel Terzo Millennio, una donna sola, ovvero senza un fidanzato, non è ammissibile agli occhi della società odierna, proprio come non lo era cinquant’anni fa. La differenza è che, semplicemente, una volta venivi tacciata ad esempio negativo alla luce del sole, mentre ora la gente ti mormora dietro le spalle, come se, al tuo passaggio, la pelle rilasciasse un peccaminoso odore di nubilato che offende le nari delle persone rispettabili.
Non ho mai visto tante sciocchezze scritte in una frase tutte in una volta!
Le singles che conosco io sono donne meravigliose, perfettamente in grado di cavarsela da sé in casa, fuori casa, sul lavoro , in macchina, in banca, con la famiglia, con il medico e dentro qualsiasi situazione immaginabile.
E allora perché molte di loro sembrano sempre così terribilmente insoddisfatte? Per quale motivo non avere un uomo accanto lascia un buco tanto grosso nell’anima di una donna di per sé forte ed autosufficiente? Perché continuiamo a desiderare di non essere sole?

Forse perché le relazioni sono come tanti gomitoli che portiamo in un cesto, nel nostro cuore. Quando conosciamo una persona che ci piace, le affidiamo un capo del gomitolo e le concediamo di tirare, tirare, tirare il filo quanto vuole. A volte si creano nodi, il filo si accorcia e ci si avvicina un po’. Altre volte il legame si spezza ed è molto impegnativo riannodare i capi lesi: in ogni caso, la riparazione resta sempre lì sotto i nostri occhi, a ricordarci che il filo potrebbe cedere in qualsiasi momento.
Tutti i gomitoli, comunque, piani piano si srotolano dal nostro cuore -a mano a mano che ci doniamo all’altro: la prova del nove è quando l’altro ci restituisce il gomitolo… Se lo fa, in che modo lo fa, in quale misura e se il suo filato è della stessa qualità del nostro, bé, questi sono elementi che dobbiamo valutare da soli. Col nostro cervello emotivo.
Ecco perché, forse, non riusciamo a stare a lungo senza relazioni. Il nostro cuore forse non è fatto per rimanere vuoto: ha freddo. Non è tanto una questione di uomini o di donne, ma di donare, ricevere, condividere.
Dicono che s’impara, come s’impara a fare la maglia.


In ogni caso, non è detto che chi non si accoppia per tutta la vita abbia il cuore vuoto! L’evolversi di un rapporto dipende da tante cose: fortuna, aspettative, progettualità… E qui mi fermo perché il post sta diventando fin troppo serio. Proseguite voi con la riflessione, io vi ho solo donato un filo…

1 commento:

  1. E qst filo che ci hai regalato mi ha ricordato che il cuore non si scalda esclusivamente dell'amore dell'altro sesso ma anche di qll degli amici, della famiglia, dei colleghi contenti di lavorare con te perche ` metti l'anima in quel che fai, del senzatetto che ti offre sorrisi perche` gli hai dato un pasto...il piumone arrivera` prima o poi ma forse scalda di piu`il plaid poggiato sempre sul divano! Faby

    RispondiElimina