martedì 18 marzo 2014

Guardati e dillo: I like me



Chi mi ha conosciuto di persona, sa che la magrezza non è una delle mie caratteristiche prevalenti.
A volte, per consolarmi, mi immagino matrona di una tribù hawaiana, una di quelle che venera le donne grasse, e l’immagine , perlomeno, mi regala un momento divertente.
La realtà è che il problema è tutto nella mia testa: la bilancia della farmacia (sulla quale sono salita dopo vari appostamenti, quando in giro non c’era nessuno) mi ha detto che sono normopeso. A quel punto, mi è crollato il mondo addosso: anni e anni di paranoie straordinarie… non servivano. Non erano necessari, perché, se in alcuni periodi ero un po’ sovrappeso, per la maggior parte del tempo sono stata una persona normalissima.
E allora perché mi sono preoccupata così tanto? Perché lo specchio mi diceva cose diverse da quelle che potevo tranquillamente verificare osservandomi dal vivo? Se tutte le ragazze che conosco hanno lo stesso problema, e ce l’hanno, mi sento di dir loro qualcosina.
Siamo burrose e splendide, come suole affermare l’amica Mirella. A volte non siamo nemmeno burrose, ma comunque splendide. Perdiamo il nostro preziosissimo tempo a cospargerci di creme snellenti come se dovessimo passare dal buco di una serratura strettissima, e non ci rendiamo conto che quel buco di serratura è la nostra vita, e che nessuno ci passa agilmente: non sarà una crema a risolvere la questione.
Magari non sarà nemmeno la crema pasticciera! Ma la mia riflessione è: perché non accettare il fatto che siamo gnocche anche con qualche curva un po’ più accentuata rispetto alle tavole da surf che si vedono sui giornali? I difetti sono belli, mi sono sempre piaciuti… Ci danno modo di crescere, perché se ci manca qualcosa siamo costretti a notarlo, a indagare su noi stessi, a ricercare quel particolare che ci sfugge… Oppure, siamo costretti a farne a meno e a vivere un’esistenza dignitosa con ciò che ci è toccato.
A me sono toccate braccia da scaricatore di porto, capelli fiacchi, occhi da talpona e fianchi da gallinotta, e vi assicuro che vivo una vita molto più che dignitosa: dignitosa a bomba. Sì,  a ventotto anni, finalmente, riesco a dirmi: mi piace quello che ho. I like me. Chissenefrega del fianco da gallinotta… E’ un fianco, perdio, non è mica un corno in mezzo alla fronte! (Sarei carina in versione unicorno? O minipony?)
Trasportando la questione sul terreno uomini, cosa che mi infastidisce alquanto, vi posso garantire che quei beoti non fanno caso al braccio penzolante o al pelo superfluo: quando si arriva al momento X, a loro interessa solo una cosa, e non fa nulla se per arrivarci devono usare un tom tom da quanto siete larghe. Il loro problema non è trovare una donna figa, ma trovare una donna –anche se la frase poteva avere risvolti differenti. E con che criterio stabiliamo chi lo è e chi non lo è? Credo che, in certi momenti, un bel travestito sia più donna di me.
A ognuno piace qualcosa di diverso, ma siccome non possiamo conoscere i gusti di ogni singola persona che cammina sul pianeta, tanto vale darsi una calmata e piacersi. Uno lo nota, se ti fai schifo: meglio sistemarsi per benino, scegliere un vestito che ci faccia sentire al settimo cielo e, prima di uscire di casa, pensare a quanto è fico vivere. In questo modo, i chili di troppo dovrebbero risultare esaltati dalla nostra personalità travolgente.
E forse si rischia perfino di trovare un uomo che ha bisogno di indicazioni stradali.

Rimettetelo al mondo, babies.

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