Chi mi ha conosciuto di
persona, sa che la magrezza non è una delle mie caratteristiche prevalenti.
A volte, per consolarmi,
mi immagino matrona di una tribù hawaiana, una di quelle che venera le donne
grasse, e l’immagine , perlomeno, mi regala un momento divertente.
La realtà è che il
problema è tutto nella mia testa: la bilancia della farmacia (sulla quale sono salita
dopo vari appostamenti, quando in giro non c’era nessuno) mi ha detto che sono normopeso. A quel punto, mi è crollato
il mondo addosso: anni e anni di paranoie straordinarie… non servivano. Non
erano necessari, perché, se in alcuni periodi ero un po’ sovrappeso, per la
maggior parte del tempo sono stata una persona normalissima.
E allora perché mi sono
preoccupata così tanto? Perché lo specchio mi diceva cose diverse da quelle che
potevo tranquillamente verificare osservandomi dal vivo? Se tutte le ragazze
che conosco hanno lo stesso problema, e ce l’hanno, mi sento di dir loro
qualcosina.
Siamo burrose e splendide,
come suole affermare l’amica Mirella. A volte non siamo nemmeno burrose, ma
comunque splendide. Perdiamo il nostro preziosissimo tempo a cospargerci di
creme snellenti come se dovessimo passare dal buco di una serratura
strettissima, e non ci rendiamo conto che quel buco di serratura è la nostra
vita, e che nessuno ci passa agilmente: non sarà una crema a risolvere la
questione.
Magari non sarà nemmeno la
crema pasticciera! Ma la mia riflessione è: perché non accettare il fatto che
siamo gnocche anche con qualche curva un po’ più accentuata rispetto alle
tavole da surf che si vedono sui giornali? I difetti sono belli, mi sono sempre
piaciuti… Ci danno modo di crescere, perché se ci manca qualcosa siamo
costretti a notarlo, a indagare su noi stessi, a ricercare quel particolare che
ci sfugge… Oppure, siamo costretti a farne a meno e a vivere un’esistenza
dignitosa con ciò che ci è toccato.
A me sono toccate braccia
da scaricatore di porto, capelli fiacchi, occhi da talpona e fianchi da
gallinotta, e vi assicuro che vivo una vita molto più che dignitosa: dignitosa
a bomba. Sì, a ventotto anni,
finalmente, riesco a dirmi: mi piace quello che ho. I like me. Chissenefrega
del fianco da gallinotta… E’ un fianco, perdio, non è mica un corno in mezzo
alla fronte! (Sarei carina in versione unicorno? O minipony?)
Trasportando la questione
sul terreno uomini, cosa che mi infastidisce alquanto, vi posso garantire che
quei beoti non fanno caso al braccio penzolante o al pelo superfluo: quando si
arriva al momento X, a loro interessa solo una cosa, e non fa nulla se per
arrivarci devono usare un tom tom da quanto siete larghe. Il loro problema non
è trovare una donna figa, ma trovare una donna –anche se la frase poteva avere
risvolti differenti. E con che criterio stabiliamo chi lo è e chi non lo è?
Credo che, in certi momenti, un bel travestito sia più donna di me.
A ognuno piace qualcosa di
diverso, ma siccome non possiamo conoscere i gusti di ogni singola persona che
cammina sul pianeta, tanto vale darsi una calmata e piacersi. Uno lo nota, se
ti fai schifo: meglio sistemarsi per benino, scegliere un vestito che ci faccia
sentire al settimo cielo e, prima di uscire di casa, pensare a quanto è fico
vivere. In questo modo, i chili di troppo dovrebbero risultare esaltati dalla
nostra personalità travolgente.
E forse si rischia perfino
di trovare un uomo che ha bisogno di indicazioni stradali.
Rimettetelo al mondo,
babies.
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