martedì 20 gennaio 2015

La fase 2


Prima o poi, nella vita, arriva per ognuno di noi la terribile fase 2.
In tutte le cose che si affrontano c’è un inizio, di solito entusiasmante e pieno di attese meravigliose per il futuro; c’è una fine, e di quella preferisco non parlare, anche perché la situazione si fa già abbastanza tragica nella parte in mezzo, quella tra l’inizio e, appunto, la fine, ed è la fase 2.

Di solito, quando cominci a leggere un libro vai via sciolta almeno per qualche pagina, anzi, magari vivi un momento di pura esaltazione “da consiglio”: qualcuno ti avrà detto leggilo, è bellissimo, io ci ho messo un giorno e mezzo a finirlo.
I passi successivi sono, rispettivamente: A) il libro piace anche a te e continui a leggerlo come se non ci fosse un domani; B) il libro non ti piace ma continui a leggerlo lo stesso, un po’ per orgoglio, un po’ per punirti di aver dato retta a un’amica dai gusti opposti ai tuoi; C) il libro ti fa schifo e lo molli.
La fase 2 è, di norma, il momento risolutivo di tante questioni, quindi il più sofferto. Come si fa a decidere di lasciar perdere un libro? Deve fare davvero pietà. Come si fa a decidere di chiudere una relazione? Stessa cosa.

Con le persone, poi, non è proprio la stessa cosa.
Vediamo: nella fase 1, l’amore e l’amicizia regnano sovrani e si vive per un tre-sei mesi sulla vetta del mondo.  Il domani appare come una passeggiata dentro il parco Sigurtà nel momento di massima fioritura e tu e l’altro siete le uniche presenze intelligenti e innamorate che abbiano mai calpestato il suolo di questo altrimenti ostile pianeta.
Fase 2: l’ostile pianeta reclama il suo prezzo da pagarsi alla cassa della vita e tutto il romanticismo finisce nell’orinatoio.
La storia, a questo punto, può: A) continuare con un minimo di bellezza e di poesia, ma solo perché i proprietari della stessa si sono incaponiti; B) continuare senza bellezza né poesia per lo stesso motivo di prima; C) finire.
Decidere cosa fare delle relazioni occupa di solito tutta la vita e non è certo facile come abbandonare un libro o spegnere la televisione.
I rapporti non si cancellano.

Le domande che dobbiamo porci nel corso della nostra esistenza sono un’infinità, ed alcune sono più leggere di altre.
Continuo la dieta? Sì. Sì, con dolore. No.
Mi compro un vestito nuovo? Sì. No. Non ho i soldi.
Cambio appartamento? Sì. Forse. Forse l’anno prossimo.
Altre domande, invece, pesano come un amico ubriaco.
Voglio figli? …
Li battezzo? …
Il lavoro…? …
I genitori? …
Lui, lei? …

Difficile. Difficilissimo.
Ma se non ti poni queste domande cosa sei? Un preadolescente senza spina dorsale? Uno che vive bene lo stesso? Nemmeno qui so rispondere.
So solo che, anche se cerchi di ignorarle, certe questioni ti tormentano per tutto il tempo in cui sei sveglio e anche mentre dormi, se non stai attento. La vita è impossibile ignorarla. E comunque si prenderà quello che, secondo lei, le spetta.
Tanto vale rifletterci su un po’ e cercare di tenere un pezzetto per noi.
In fondo, ce lo meritiamo tutti almeno un giorno di felicità.


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