martedì 17 marzo 2015

EDUCAZIONE PAESANA




L’autore della versione siberiana del mio post di oggi insegna che, da piccolo, una delle prime cose che ha imparato dai suoi famigliari è stata l’uccisione di un pollo (peraltro, difficoltosa: anche i polli ci tengono alla pelle).
Da noi, la prima cosa che ti insegnano da piccolo è il segno della croce.

L’educazione paesana, anche in un periodo storico in apparenza tanto trasparente, lascia un po’ a desiderare –chi può negarlo?  L’unica volta che, durante l’adolescenza, mi è stato parlato di argomenti vagamente sessuali da un adulto, è stato quando una dottoressa svogliata ha illustrato cause ed effetti del ciclo davanti ad una platea di sedicenni isterici. Risultato: ho creduto per molto tempo che le donne avessero almeno quattro buchi, dove non batte il sole, mentre Maggiolina ha (forse tuttora) la certezza che le mestruazioni durino ventotto giorni. Questa convinzione, però, ha permesso alle sue amiche di bistrattare gli uomini per tutto il tempo del mese, anziché solo per qualche giorno prima e dopo il mestruo.
Chiamateci stupide…

In compenso, la parrocchia propose ben tre serate dedicate al fumo, cioè: alla prevenzione nei confronti della cattiva abitudine di pippare; purtroppo, anche in questo caso l’approccio era sbagliato, perché l’esperto ci mise addosso una tale curiosità nei confronti dei vari strumenti “da fumo” che, finite le serate, credo che tutta la comunità under 18 del paese si sia fiondata dal primo spaccino di Maria, e non penso fosse la stessa Maria verso cui speravano di indirizzarci i sacerdoti dell’epoca.

Di droghe pesanti, gravidanze e traumi emotivi non se n’è mai parlato, se non tra noi, nel corso di conversazioni in cui ognuno portava le proprie informazioni –sconvolgendo puntualmente l’universo di certezze dell’altro. Più fortuna hanno avuto i ragazzi e le ragazze equipaggiati di fratelli e sorelle maggiori, i quali non esitavano a spiegare ogni tipo di argomento (dall’assorbente interno al superamento di una rottura tramite il classico “chiodo scaccia chiodo”) nel più brutale dei modi, ovvero dall’altezza di un’esperienza reale e sincera, di cui portavano già le prime cicatrici.
Ohibò, forse l’uccisione di un pollo non sarà utilissima al fine di superare l’adolescenza senza troppi danni, ma nemmeno l’omertà aiuta: nel paese degli struzzi, sembra che basti ignorare un problema per non averlo più.
Bisognerebbe insegnare alle persone giovani che, invece, quando riapri gli occhi il problema è ancora lì, anzi, è di un passo più vicino, e se non lo affronti di petto ti farà Stella! in un baleno.
A quel punto, in effetti, potrebbe risultare appropriato il segno della croce, soprattutto se devi dire ai tuoi che sei stato bocciato, sei incinto ed hai bottato la macchina con il tuo foglio rosa in tasca…



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