martedì 8 settembre 2015

SEX AND THE PAESE- Scandali, inciuci ed altre simili amenità



Non so se vi ho detto, in passato, quanto il mio paese si nutra di scandali.
Ebbene sì, è così: dopo qualche mese di calma piatta (in cui è ovvio che il patatrac stava solo covando), in piazza si vedono capannelli di persone che confabulano come se ciò che stanno affermando/ascoltando qualcosa di molto riservato, mentre è evidente che non vedono l’ora di sgommare via e diffondere il verbo. Passando accanto a cotanta brulicante informazione, si scopre di solito che lo scandalo ha colpito l’amico della cognata del cugino dalla datrice di lavoro di tua sorella in Erasmus; altre volte, però, succede che ci si accosti con fare ingenuo al ciarliero gruppetto, non fosse che per sentirsi integrati, e ci si accorga con sgomento che tutti, improvvisamente, tacciono.
E rifuggono il tuo sguardo.
Oppure ti sorridano compassionevoli.
Indicazioni per l’uso: cancellate con una gomma mentale i visi delle persone che vi compatiscono e, se avete voglia di rivincita, dite davanti ai presenti qualcosa che lasci intendere che anche i loro figli sono coinvolti nello scandalo!

Lo scandalo…
Una tradizione italiana cattolicissima che può rovinarvi la vita, oppure rendervela un po’ più divertente. Di norma, è la giovane donna insospettabile il fulcro del pettegolezzo, meglio se foriera di gravidanza, meglio se benestante (i poveri non fanno effetto: in fondo, sono proletari… no?).
Per me, che una persona aspetti un bambino è scandaloso quanto un pedone che attraversa sulle strisce pedonali, o il fatto di pettinarsi con la riga a destra anziché a sinistra. Non mi sembra neanche d’aver sentito che da due persone non sposate sia nato un tricheco. Il problema non sussiste: sarebbe come mettersi a discutere sull’uso dell’innaffiatoio per dar da bere alle piante. Perché metterlo in dubbio?
Sarebbe più logico parlare di problemi reali, seri e urgenti, come l’accoglienza dei migranti nei nostri paesi. Se non sbaglio, un certo Francesco ha più o meno ordinato a tutte le parrocchie di ospitare una famiglia di profughi…
Sarebbe pure più interessante sentire per strada voci che parlano di relazioni felici, di matrimoni, di convivenze che vanno a gonfie vele e di coppiette appena nate che sprayano i loro nomi dentro un cuore sui muri di mezzo paese.
Ma le cose belle non fanno scoop.
Peccato.
Se non di un piattino di affari propri, poteva essere l’inizio di una tazzina di scandali un po’ più dolci.

Sarà per un’altra volta. 

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