Non so se vi ho detto, in passato,
quanto il mio paese si nutra di scandali.
Ebbene sì, è così: dopo qualche
mese di calma piatta (in cui è ovvio che il patatrac
stava solo covando), in piazza si vedono capannelli di persone che confabulano
come se ciò che stanno affermando/ascoltando qualcosa di molto riservato,
mentre è evidente che non vedono l’ora di sgommare via e diffondere il verbo.
Passando accanto a cotanta brulicante informazione, si scopre di solito che lo
scandalo ha colpito l’amico della cognata del cugino dalla datrice di lavoro di
tua sorella in Erasmus; altre volte, però, succede che ci si accosti con fare
ingenuo al ciarliero gruppetto, non fosse che per sentirsi integrati, e ci si
accorga con sgomento che tutti, improvvisamente, tacciono.
E rifuggono il tuo sguardo.
Oppure ti sorridano
compassionevoli.
Indicazioni per l’uso: cancellate
con una gomma mentale i visi delle persone che vi compatiscono e, se avete
voglia di rivincita, dite davanti ai presenti qualcosa che lasci intendere che
anche i loro figli sono coinvolti nello scandalo!
Lo scandalo…
Una tradizione italiana cattolicissima
che può rovinarvi la vita, oppure rendervela un po’ più divertente. Di norma, è
la giovane donna insospettabile il fulcro del pettegolezzo, meglio se foriera
di gravidanza, meglio se benestante (i poveri non fanno effetto: in fondo, sono
proletari… no?).
Per me, che una persona aspetti un
bambino è scandaloso quanto un pedone che attraversa sulle strisce pedonali, o
il fatto di pettinarsi con la riga a destra anziché a sinistra. Non mi sembra
neanche d’aver sentito che da due persone non sposate sia nato un tricheco. Il
problema non sussiste: sarebbe come mettersi a discutere sull’uso
dell’innaffiatoio per dar da bere alle piante. Perché metterlo in dubbio?
Sarebbe più logico parlare di
problemi reali, seri e urgenti, come l’accoglienza dei migranti nei nostri
paesi. Se non sbaglio, un certo Francesco ha più o meno ordinato a tutte le
parrocchie di ospitare una famiglia di profughi…
Sarebbe pure più interessante
sentire per strada voci che parlano di relazioni felici, di matrimoni, di
convivenze che vanno a gonfie vele e di coppiette appena nate che sprayano i
loro nomi dentro un cuore sui muri di mezzo paese.
Ma le cose belle non fanno scoop.
Peccato.
Se non di un piattino di affari
propri, poteva essere l’inizio di una tazzina di scandali un po’ più dolci.
Sarà per un’altra volta.
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