Ovvero: a colloquio con il nostro adolescente personale. I
nostri genitori ci
vedono sempre come se avessimo al massimo quindici anni.
Ora che mi appresso al
doppio di quella cifra, mi viene da chiedermi se la “me” adolescente sarebbe
contenta di quello che le racconterebbe la “me” adulta. Se mai dovessi
incontrare una ragazzina che sperava in una carriera rapida e in una vita da
spirito libero, come potrei comunicarle che i suoi piani sono leggermente
cambiati, nel corso degli anni?
Mi toccherebbe farla
sedere ed avvertirla che la aspetta una dura gavetta; oltretutto, con che
coraggio le direi che si è sposata con il fidanzato delle medie, dopo tanto
cercare l’uomo perfetto?
Forse lei si metterebbe
seduta e aspetterebbe che queste cose succedano.
Ma così non diventerei
la persona di adesso.
Tutto quello che ho
fatto, anche se lì per lì non è servito a molto, mi ha portata fino a qui. E se
la mia adolescente non si fosse infatuata di tanti e tanti, probabilmente non
avrei mai capito chi era il solo ed unico.
Certo, quella che
immaginavo come una passeggiata tra fiori e coniglietti si è trasformata in un
percorso arzigogolato, sicuramente in pendenza, con uno zaino bello carico
sulle spalle, ma anche pieno di sorprese meravigliose, e se, ogni tanto, vien
voglia di mettersi seduti a dire parole volgari contro tutto e tutti, la
famiglia arriva da dietro e spinge avanti. Magari con confusione, qualche
lavata di capo, una schiscetta esagerata…
Eppure funziona. Solo
che per una sciocchina di quindici anni è un segreto, ed un mistero, come si
faccia ad arrivare a trent’anni. Ed è giusto così. Una pagina alla volta,
facendo ipotesi sul possibile colpevole. E alla fine, magari, la soluzione è
una vera rivelazione.
“Ma chi se lo
aspettava!”, verrebbe da dire.
E voi? Se incontraste
il vostro “io” adolescente, che cosa gli raccontereste?
Condivido in pieno! Anch'io penso farei (forse) tutto (quasi) quello che ho fatto. Direi alla ne tormentata dei 15 anni che andrà tutto bene, che la vita è meravigliosa comunque e nonostante. E che anche a 30 anni avrebbe continuato ad arrovellarsi sul domani, quindi tesoro facci il callo, sei fatta così. Le darei una pacca sulla spalla perché è rimasta sulla strada giusta, perché è forte anche se lei non lo sa o non lo crede. Che fa bene a scrivere le sue storie che nessuno legge: è un buon esercizio. Le direi che i suoi 27 anni saranno bellissimi. E che è carina, anche se si vede brutta, e per quei capelli che odia e quell'apperecchio ai denti deve solo aspettare. In fondo il segreto è proprio il tempo che aspettiamo e che poi in un soffio ci sfugge di mano. Aspettare. Come mi ha detto due sere fa un amico "è forse la cosa più difficile".
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