Post per la naturale bellezza di tutte le donne e di tutti gli uomini
Piove.
E subito altre parole mi
vengono un mente:
Piove
su le tue ciglia nere
sì
che par tu pianga
ma
di piacere…
Quante ne sapeva, quel
fascinoso poeta che si faceva chiamare D’Annunzio! Lui, sì, aveva capito quanto
un uomo o una donna possano diventar selvaggi e naturali in un giorno di
pioggia.
Come questo.
Tranquilli, non mi
troverete in un supermarket a copulare col cassiere sul nastro che trasporta
gli alimenti, né a danzare in giardino mentre cerco di bere le gocce che cadono
dai rami degli alberi (peccato però: questa seconda opzione non mi dispiaceva.)
Dico solo che oggi piove,
e la pioggia tira fuori una tristezza viscerale, carnale… roba che se avessi
qui un pacchetto di sigarette, una bottiglia di vodka o un barattolo di Nutella
non esiterei a terminarli in un
battibaleno. Nota: dopo aver affermato ciò, spero che nessuno, tra le persone
che stanno pensando di assumermi in questo momento, legga il mio blog.
Se fosse fine luglio e
stesse piovendo, lo accetterei con meno psicodrammi. Ma è ottobre, e piove, e
l’unica cosa da fare è ascoltare la pioggia.
Ergo, lasciarsi prendere
dalla tristezza.
E’ così bello, essere
tristi e non deprimersi. E’ un po’ come essere poveri, ma non per strada. Sai
di arrancare, sai che stasera, nella doccia, dovrai insaponarti tenendo l’acqua
“chiusa”, ma anche per questo mese hai un tetto sopra la testa e puoi
permetterti di guardare la tenda –senza scostarla- e ascoltare. Ascoltare il
rumore metallico delle gocce che pliccano sulla ringhiera del balcone, quello
sordo e marrone –tuf, tuf- delle
gocciolone che atterrano nei vasi del basilico, quello scrosciante delle
pozzanghere su cui passano le automobili (e lì speri solo due cose: o che
l’auto si sia salvata dall’acquaplaning, o che abbia prodotto un’onda tale da
far la doccia a un passante.)
Dopo un po’, i vari sting sting e tuf si perdono in uno sguardo più intimo e ci si ritrova ad
ascoltare se stessi. All’inizio, la voce dentro la testa è calma e quasi impercettibile;
poi la confusione aumenta e…ci si mette a piangere: non è mai facile starsi ad
ascoltare.
Quando mi capita, per me
l’unica soluzione è piangere, piangere, piangere davvero con tutte le mie forze.
Anzi, mi metto pure davanti allo specchio, così mi compatisco ancora di più.
Singhiozzo (perché un singhiozzo ne chiama altri dieci, cento…), e dopo circa
un quarto d’ora mi sento molto stupida e
inizio a farmi la pulizia del viso. Ecco come un momento di profonda
riflessione interiore si tramuta in un esercizio estetico fine a se stesso…
Deprimersi non è la
reazione migliore a questo frangente storico. Ricercare la bellezza sì. Essere
naturali e genuini, sì. Ascoltare il proprio IO, comprenderlo, scatenarlo
–togliergli le catene- …sì. Non so se una buona strategia consista nello
spostarsi all'altro capo del mondo. Prima o poi, pioverà anche a Roma, a
Barcellona, in America. E di nuovo saremo presi da quella suprema tristezza di
noi, e dovremo fare i conti con quella persona che siamo, che conosciamo così
poco, che passiamo troppo spesso sotto silenzio. La pioggia è sempre pioggia,
la natura è sempre natura e noi siamo sempre noi: scoprirlo è traumatico e ci
inchioda alla nuda terra. Eppure ci avvicina tutti in un virente bosco
selvaggio, dove non c’è quasi spazio per il cattivo umore, perché la bellezza
della vita reale trasuda da ogni cosa e ci rende tutti esattamente come
dovremmo essere. Veri.
Premetto:avevo a disposizione sigarette, vodka e cioccolata. Ma mi voglio troppo bene, per cui non ho fumato, non ho bevuto vodka, ho chiuso il barattolo di cioccolata. E ti ho riletto. Credo sia tutto un equilibrio tra anima e corpo questa vita...a volte piove e il paesaggio agli occhi è grigio e marrone, talvolta la pioggia ti porta a pensare a quanto le città, in cui vorresti scappare, perderebbero fascino se non fossero così piovose...oppure che dopo il temporale, da cui ti proteggerà uno sguardo sicuro o un caldo abbraccio, ci sarà un bellissimo e coloratissimo arcobaleno... E quante canzoni sulla pioggia sono state cantate? E quanta pioggia è caduta nei film più romantici? La pioggia mi riporta indietro nel tempo e a una cosa mi fa pensare:all'amore. Quello dei nostri genitori che, dopo aver lavorato tutto il giorno, la sera guardavano il cielo piovoso e dicevano a noi tre figlie:"che bello...quando smette, prendiamo il faro e sia vatutti a lumache!" Bella è la pioggia...
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