martedì 19 agosto 2014

Il primo passo


Settimana scorsa, con l’Anita, si rifletteva sul fatto che ci son quattro cose davvero importanti nella vita, e cioè la famiglia, il lavoro, le amicizie e l’amore.


Se uno avesse tutto ciò e si sentisse ancora infelice, dovrebbe seriamente considerare l’idea di abbonarsi allo strizzacervelli della mutua.
D’altro canto, basta che manchi uno solo dei Magnifici Quattro e sembra che l’intero film faccia pietà. Eppure, esiste un elemento che, a quanto pare, mette in ombra gli altri –che sia giusto o meno, lo lascio decidere a voi: l’amore.
Quando si ama e si è riamati, e l’amore è di “buona qualità”, si ingrana la quinta, come dire. Per questo motivo, secondo me, nel momento in cui ci si incontra con un uno per il quale valga la pena di sforzarsi almeno un po’, bisogna provarci.
Anita direbbe:”Se fossi single, ci proverei come una cavalletta!”
Yaia: “Se la storia non è partita subito, non c’è trippa per gatti!”
Mi rendo conto solo adesso del modo assai colorito di parlare delle mie amiche.
Comunque, io, di solito contraria al concedere mille possibilità ad un rapporto, sono invece favorevole al darsene almeno una, ed è questo il caso della XXX, una mia amica alla quale dovrò trovare un nickname del nickname perché il primo è stato miseramente smascherato.
XXX si è innamorata del suo trombamico, anche se lei non lo vuole dire ad alta voce, ed ora non trova il coraggio di dichiararsi. Io dico provaci. Da alcuni anni mi ritrovo a ragionare così: magari domani muoio, meglio dire a mio marito che è bello e che lo amo. Magari domani avrò un brutto incidente, meglio andare a salutare i genitori. Magari domani finisce il mondo, meglio invitare a cena gli amici stasera. Un po’ tragica, vero? Forse. Ma il mio fatalismo mi mette davanti tutti i giorni ad un bivio, le cui diramazioni mi portano verso due differenti atteggiamenti mentali: la disperazione o la vita. Spesso, ho più paura di amare qualcuno che di uscire di casa, ma ultimamente mi sono fatta coraggio e non sono scontenta del risultato…
Ecco, non saprei rispondere alla domanda: come si fa ad essere sicuri che l’oggetto del nostro amore ne vale la pena? Io non ho sufficienti termini di paragone, perché a me è andata di culo, e la mia punizione è ingrassare e dimagrrire a fisarmonica e non riuscire a trovare un lavoro fisso.
Per il resto, posso solo dirvi che è vero, quando c’è l’amore, ed è di buona qualità, ci si infischia del resto e sembra tutto meraviglioso. Il difficile è rischiare, all’inizio, ma che rischi, in fin dei conti? Di essere felice?
Te lo dico chiaro e tondo: fai il primo passo.
Tanto, il viaggio è già cominciato, e di passi ne devi fare ancora un carretto. Che fa, a muovere il primo?



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