Settimana scorsa, con
l’Anita, si rifletteva sul fatto che ci son quattro cose davvero importanti
nella vita, e cioè la famiglia, il lavoro, le amicizie e l’amore.
Se uno avesse tutto ciò e
si sentisse ancora infelice, dovrebbe seriamente considerare l’idea di
abbonarsi allo strizzacervelli della mutua.
D’altro canto, basta che
manchi uno solo dei Magnifici Quattro e sembra che l’intero film faccia pietà.
Eppure, esiste un elemento che, a quanto pare, mette in ombra gli altri –che
sia giusto o meno, lo lascio decidere a voi: l’amore.
Quando si ama e si è
riamati, e l’amore è di “buona qualità”, si ingrana la quinta, come dire. Per
questo motivo, secondo me, nel momento in cui ci si incontra con un uno per il
quale valga la pena di sforzarsi almeno un po’, bisogna provarci.
Anita direbbe:”Se fossi
single, ci proverei come una cavalletta!”
Yaia: “Se la storia non è
partita subito, non c’è trippa per gatti!”
Mi rendo conto solo adesso
del modo assai colorito di parlare delle mie amiche.
Comunque, io, di solito
contraria al concedere mille possibilità ad un rapporto, sono invece favorevole
al darsene almeno una, ed è questo il caso della XXX, una mia amica alla quale
dovrò trovare un nickname del nickname perché il primo è stato miseramente
smascherato.
XXX si è innamorata del
suo trombamico, anche se lei non lo vuole dire ad alta voce, ed ora non trova
il coraggio di dichiararsi. Io dico provaci.
Da alcuni anni mi ritrovo a ragionare così: magari domani muoio, meglio dire a
mio marito che è bello e che lo amo. Magari domani avrò un brutto incidente,
meglio andare a salutare i genitori. Magari domani finisce il mondo, meglio
invitare a cena gli amici stasera. Un po’ tragica, vero? Forse. Ma il mio
fatalismo mi mette davanti tutti i giorni ad un bivio, le cui diramazioni mi
portano verso due differenti atteggiamenti mentali: la disperazione o la vita.
Spesso, ho più paura di amare qualcuno che di uscire di casa, ma ultimamente mi
sono fatta coraggio e non sono scontenta del risultato…
Ecco, non saprei
rispondere alla domanda: come si fa ad
essere sicuri che l’oggetto del nostro amore ne vale la pena? Io non ho
sufficienti termini di paragone, perché a me è andata di culo, e la mia punizione
è ingrassare e dimagrrire a fisarmonica e non riuscire a trovare un lavoro
fisso.
Per il resto, posso solo
dirvi che è vero, quando c’è l’amore, ed è di buona qualità, ci si infischia
del resto e sembra tutto meraviglioso. Il difficile è rischiare, all’inizio, ma
che rischi, in fin dei conti? Di essere felice?
Te lo dico chiaro e tondo:
fai il primo passo.
Tanto, il viaggio è già
cominciato, e di passi ne devi fare ancora un carretto. Che fa, a muovere il
primo?
Nessun commento:
Posta un commento