Siamo
quello che mangiamo, dicono le ultime teorie alimentari.
Secondo
me, siamo chi amiamo.
Se
amiamo tutti, siamo tanta roba.
Se
non amiamo nessuno, siamo nessuno.
Se
amiamo a metà, siamo incompleti.
E,
se amiamo troppo, prima o poi esondiamo.
Quest’estate
andrò in vacanza con due ragazzi che non si fanno molti problemi a dirmi quello
che pensano, quindi ho deciso di mettermi a dieta. Forse dovrei mettere a
stecchetto anche i miei comportamenti e vedere se c’è qualcosa che si può
migliorare.
Un
simile proposito autocritico nasce in me anche da recenti scontri che ho avuto
con Glade. Scena:
IO:-Ti
impegni troppo poco per la nostra amicizia.
GLADE:-Questo
è quanto. Prendere o lasciare.
IO:-Allora
vai a quel paese.
GLADE:-Sei
una aznorts (leggi al contrario).
Ve
l’ho messa giù un po’ romanzata, ma il succo c’è.
E
non mi va bene.
Come
si fa a dosare correttamente calorie e calore umano? Fosse per me, di alcune
persone mi abbufferei, mentre altre le cancellerei dal menu.
Dovrei
considerare Glade come il piatto del giorno: non lo puoi ordinare ogni volta
che vai a pranzo, e magari non è sempre quello che vuoi, però quando lo trovi
non puoi fare a meno di essere contento.
Qualcuno
mi ha detto che è sempre meglio avere più persone possibile su cui contare. E’
una specie di riserva di energia –come l’acqua nella gobba del dromedario.
Le
persone che amiamo sono la nostra gobba.
Vale
per il cibo come per l’amore: in fin dei conti, siamo quello che abbiamo
dentro.
E
chisseneimporta se, poi, fuori sembriamo un po’ gonfietti.
Libro consigliato: Crash! di Jerry Spinelli.
In gioventù mangiavo ed amavo in modo smisurato. Ad oggi, non è cambiato nulla...se non che mangio e amo in modo più sano. Complimenti per l'articolo!
RispondiElimina