mercoledì 24 giugno 2015

Papa e mammA'



Finalmente, la Chiesa si apre a divorziate e divorziati, coppie di fatto, omosessuali.
Non tanto perché ne avessero bisogno, secondo me, quanto per un minimo di coerenza nei confronti dei valori cristiani di base, così professati e poco praticati.
Ora mancano solo le donne.
Quando smetterà questa condanna ad ancelle ed assistenti, anche all’interno dell’ambiente ecclesiastico? Quand’è che le suore potranno diventare vescovi e cardinali anche in Italia? Non vi è nessun motivo per cui una donna non possa ricoprire il ruolo di papa. Nessuno. E, allora, perché non è ancora possibile? Abbiamo visto di tutto, ormai: pedofilia, ingordigia, omissioni di soccorso… Eppure un cambiamento del ruolo della donna nella Chiesa sembra il peggiore dei tabù.
Ma svegliamoci. Una donna sacerdote porterebbe solo vantaggi e positività nella mentalità ristretta e maschilista dei già sistemati uomini di Chiesa, timorosi che presenze femminili forti possano scardinare il loro prezioso sistema basato sulle tre P, ma non quelle cristiane, Povertà, Pietà e Preghiera, bensì su quelle su cui si basa tutto il resto del mondo, Pecunia, Potere e l’ultima non la scrivo perché sono elegante.

Sarebbe ora che anche nella Chiesa le donne si emancipassero e reclamassero i loro diritti, invece di continuare a nettare la canonica e a cantare nel coro.  Che, a fare quelle cose lì, ci possono pensare anche degli uomini con le loro manine sante: è con le rivoluzioni che si cambia il mondo. E sta cambiando, questo bisogna ammetterlo, però la prossima volta ci piacerebbe che, a dare le linee guida per il Sinodo, fosse Francesca. 

Libro consigliato: Ave Mary, Michela Murgia. 

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