martedì 2 aprile 2013

E se...


Io ho scelto di essere libera

Vi capita mai di chiedervi cosa sarebbe successo se aveste fatto scelte diverse da quelle che vi hanno portato fino a dove siete oggi? O come sarebbe la vostra vita se  vi fosse capitato qualcosa di molto distante da ciò che immaginavate per voi?
Che aspetto avrebbe, infine, quel gioiello –prezioso o di bigiotteria- che compone la nostra storia, con i suoi fili di perle e le applicazioni di paillettes che si scollano subito?

Sin dall’infanzia siamo costretti ad operare scelte: volenti o nolenti, il susseguirsi incessante degli events ci impone di prendere il toro per le corna, oppure di scappare, oppure di subire passivamente la carica. Dalla scelta del migliore amico, che a volte (per chi è molto fortunato) avviene tra i tavolini minuscoli dell’asilo, alla materia preferita (che si scopre di solito alle elementari), dal primo fidanzatino ufficiale alla difficile decisione di iscriversi ad una scuola superiore piuttosto che a un’altra.. da quando siamo in grado di soffiarci il naso da soli, e forse anche un po’ prima, la nostra quotidianità è oberata di ragionamenti o istinti o flussi indomabili che determinano quello che saremo, quello che siamo e quello che saremo stati quando qualcuno penserà a noi tra una manciata di lustri.
Era una buona donna, si dirà di alcune persone: ho sempre trovato questa frase un po’ equivoca.
Un uomo tutto d’un pezzo. Credo di non aver mai capito bene il sensi di questa immagine… E se uno in vita non è stato molto coerente, che diranno i postumi? Un uomo spezzatino
Nei necrologi confidenziali, quelli sussurrati nelle ultime file ai funerali, anche chi è stato un benemerito pirla viene compatito quasi alla stregua di un martire: Aveva un carattere particolare, forte. Un creativo : vale a dire che era un rompipalle da paura.
Una signora vivace, di spirito… un peperino. Uguale: ‘na zoccola.
Ma i vari pettegolezzi da canonica non conteranno più di tanto, per noi: primo perché non li potremmo sentire nel caso in cui ne fossimo il  soggetto, secondo perché –e qui vi voglio convinti- noi saremo fieri delle nostre scelte, pertanto impermeabili ai giudizi delle malelingue.

La parola scegliere deriverebbe da una serie di modificazioni che trovano la loro radice madre nel nostro amico latino, e precisamente nel verbo ex-eligere, ovvero eleggere qualcosa separandola dal resto. Quando si elegge qualcuno, di norma si tratta della persona più adatta a ricoprire l’incarico in questione, la migliore. Ciò significa anche trarla dalla massa e renderla altro da essa: migliore ma anche separato, staccato. Quando scegliamo, cerchiamo sempre di farlo per il meglio, ma non pensiamo mai che stiamo anche escludendo le altre possibilità, e che le stiamo “spingendo via” da noi.
E’ questa la parte dolorosa ed insieme follemente bella della vita: accumulare esperienze come perle di una collana, strappandole all’ostrica che le ha generate non senza rammarico per il gesto che compiamo; applicare lustrini al posto di quelli che si sono persi per via, lasciando indietro ciò che è impossibile recuperare; creare dal nulla un torchon fatto con le anime a noi più care, faticosamente selezionate a scuola, in gita, in viaggio, al lavoro, a tavola, al bar.

E se non avessi conosciuto quella bambina coi capelli ramati amante dei bruchi, tanto tempo fa? Come sarebbero adesso i miei rapporti d’amicizia? E se l’architetto sexy fosse finito in un’altra classe, alle scuole medie? Chi vivrebbe con me in questa casa, adesso? E se non avessi fatto il liceo classico… saprei leggere la realtà come sto facendo, o sarebbe più facile? O più difficile? E se avessi deciso di sottostare alle regole cattoliche, patriarcali e predestinanti che m’imponeva la cultura del luogo in cui sono nata e cresciuta, che tipo di persona sarei alla soglia dei trent’anni?
E se… E’ un incipit che non mi piace. Preferisco il classico: In una notte buia e tempestosa… E preferisco che, verso il trentesimo capitolo, la protagonista affermi: IO ho scelto di essere libera.
L’unica catena che porto è il punto luce.


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