martedì 24 dicembre 2013

Facciamolo accadere




Vi ho mai raccontato la storia di come ho conosciuto l’Architetto Sexy? Mettetevi comodi e ascoltate: cercherò di spiegarvi perché, secondo me, tutto accade per un motivo e come spesso questo motivo sia una bellissima cosa.
Io e AS ci siamo incontrati per la prima volta all’asilo, quando credevo fermamente che sarei diventata suora e lui era destinato al seminario (una delle due è vera). Non ci rivedemmo mai più se non parecchi anni dopo, ad una festa di laurea.
Ma, nel frattempo, io avevo frequentato l’accademia militare e lui stava diventando un principe del foro –non nel senso che aveva intrapreso una carriera nel porno... Durante gli anni in cui non ci eravamo visti, ognuno di noi aveva fatto le sue esperienze: io avevo avuto vari fidanzati cretini, l’AS aveva sempre cercato il Vero Amore, per mia fortuna senza mai trovarlo. La via che ci avrebbe riavvicinati, però, era piena di segnali e noi li ignorammo per un bel po’, prima di renderci conto che erano importanti.
Per esempio: entrambi, da bravi appassionati di cinema, ogni settimana andavamo a uno spettacolo nel multisala più vicino al nostro paese ed eravamo presenti alle stesse proiezioni senza saperlo. Entrambi amavamo disegnare e partecipammo ad un concorso per il logo di un marchio sportivo (vinse lui). Per anni giocammo nella stessa palestra, l’AS in una squadra maschile, io nella corrispondente femminile: una volta mi lanciò un pallone. E credo che fece un commento positivo sul mio sedere.
Le nostre vite, insomma, scorrevano parallele come su due binari destinati a non incontrarsi mai. Ma, alla fine, fu la famiglia ad unirci: un giorno qualunque, al supermercato, incontrai una signora che più avanti scoprii essere la sua mamma, e la scambia per un’altra persona. La salutai chiamandola con il nome sbagliato, lei si mise a ridere e mi trovò talmente simpatica da invitarmi, la sera seguente, alla festa di laurea di suo figlio. Non conoscendolo, decisi di portargli in regalo un libro sulla città di Barcellona e fu così che l’AS, colpito dagli edifici di Gaudi, mollò la carriera forense e divenne architetto. La serata della festa di laurea fu un tale sogno, che io, grata a quell’affascinante libro spagnoleggiante, volli dedicare la vita al tentativo di scrivere altrettanto bene storie di incontri e di città, mentre l’amore tra me e il mio architetto sfociava in un Natale bohémien all’insegna della spending review.

Come alcuni di voi avranno capito, non tutto quello che ho raccontato è vero, anzi, mi sono inventata proprio una bella palla per proteggere la privacy degli albori della nostra storia d’amore, ma almeno una parola vera c’è: non è Natale, non è militare, non è motivo… E’ amore, l’unica cosa reale su cui contare.
Perché vi ho fatto perdere tempo con una storia che non è neanche accaduta? Perché invece è accaduta, non come l’ho raccontata io, ma è accaduta. E se è successo a me…
Fatevi un regalo, quest’anno: consigliate a qualcuno di leggere il mio blog. Non a qualcuno a caso. A qualcuno che vi interessa molto. Sarò la vostra catena, o almeno quell’anello che vi manca per “agganciare”. Credete sia una fesseria? Bè, se ci state anche solo pensando, ricordatevi questo: tutto accade per un motivo.

Perché non farlo accadere?

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