E’ così: viviamo in un megamondo esasperato e
universalizzante in cui tutti devono essere connessi gli uni agli altri. Io,
però, sono orgogliosa di poter affermare che i veri legami si creano davvero all’interno di un paesino minuto
come quello in cui abito.
Qui, i rapporti personali sono fondamentali, quasi morbosi,
e si tramandano di generazione in generazione con estremo rispetto: non v’è
famiglia che non ne abbia un’altra come “socia”, non v’è persona che, cadendo
sulle strisce pedonali, non verrebbe soccorsa seduta stante da qualcuno di sua
conoscenza.
Essere così fortemente uniti dà un senso di sicurezza, sì,
ma lo stesso non si può dire quando si parla dei singoli uomini: anche nel
paese, ormai, si è diffusa la sindrome del disimpegno.
La mia mica Brigitte, per esempio, stava uscendo da poco con
un tipo che sembrava decente. Non un rospo, non un menomato mentale, non un
chiodo (ormai siamo costrette a elencare i non-difetti invece dei pregi). Niente: il ragazzo le ha fatto capire che non vuole sentirsi legato.
Stessa cosa vale per Una Persona Che Conosco. Prima uscita
con un torello appena conosciuto: sembrava promettente, ma si è rivelato un
linkofobico. Da scaricare al momento.
…Però a questi fanciulli piaceva sentirsi legati quando le
mie amiche usavano corde e sciarpe o anche solo le proprie mani per possederli
a livello fisico! In quel caso, non si capisce bene il perché, la paura di
avere un contatto con l’altra persona spariva ed essi si sottomettevano di buon
grado alle pratiche più intime e più restrittive.
Perché gli uomini credono che il piacere di essere legati a
letto non possa corrispondere a quello di avere un legame nella vita, con
qualcuno che, magari, ricambia il piacere? Bisogna per forza trombarsi mezzo
mondo per trovare un uomo al quale piaccia avere un rapporto sentimentale, o
dovremo addirittura esplorare gli universi sessuali marziani per iniziare una
relazione non brutta, non stupida, non superficiale?
Il fatto che una donna esca con un uomo che le piace,
ultimamente, nella mente semplice dell’uomo sembra corrispondere a una sorta di
proposta di matrimonio enormemente precoce, dalla quale fuggire al più presto
–naturalmente, non prima di aver sfruttato le doti di domatrice della ragazza.
A questo punto, viene da chiedersi se non sia il caso di conformarsi
all’andazzo generale e di smetterla di ricercare amore laddove dovremmo
aspettarci solo uno sfrenato desiderio di bondage.
Io dico: se sul materasso ti piace essere legato come una
mummia egiziana, prima o dopo dovrai dimostrarmi tanta passione quanta ne ebbe
Antonio per Cleopatra. Quindi fai bene ad aver paura, perché i legami si
formano, pro o contro la nostra volontà, anche dopo un’unica stantuffata (che
finezza), e quando i giochi sono fatti… è assai difficile che nessuno si faccia
male.
La trombamicizia non esiste. Né le donne né gli uomini –a
meno che non siano molto stronzi- ne sono capaci. Inutile dettare regole e
credere di poterne essere appagati. Fare sesso significa unirsi: qualcuno ha il
coraggio di negarlo? Se sì, la prossima volta scriverò un post sugli struzzi
che nascondono la testa sotto la sabbia.
Oggi voglio semplicemente concludere dicendo a tutti che,
nel caso in cui qualcuno abbia inventato un preservativo per l’anima, non gli
converrebbe brevettarlo, perché tanto non funzionerebbe. Sarebbe più utile un
nastro infrangibile, da far scorrere tra le persone: a quel punto i rapporti
sarebbero allo scoperto e, al momento di attraversare la strada, quello con cui
hai scopato la sera prima non potrebbe evitare di salutarti.
C’è il nastro che vi lega.
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