martedì 4 febbraio 2014

Ragazze intrecciate


Quando, nell’ormai lontano 1999 , Angelina Jolie interpretò una pazza drogata, vinse l’Oscar, e ancora non sapeva che nella sua vita era previsto un Brad Pitt.
Noi, ragazze interrotte di oggi, con l’aggravante dei social network che mettono in bella vista tutta la nostra devastazione emotiva, non solo non abbiamo un Brad –barbuto e seguace di Gandhi- nel portfolio, ma non riceviamo alcun premio per le nostre interpretazioni drammatiche, tanto più che non si tratta affatto di interpretazioni: spesso la vita di una donna è una merda con lo zucchero a velo sopra, e tocca mangiarla lo stesso, e mandar giù con il massimo gusto possibile.
L’immagine che ho appena offerto è quanto di più disgustoso io abbia mai messo per iscritto, ma è la dura realtà. Sin dal giorno del matrimonio dei nostri genitori, se c’è stato, siamo state ripudiate a priori al grido di Auguri e figli maschi; poi, durante l’infanzia, abbiamo dovuto sgomitare non solo per riuscire ad acchiappare la merenda prima di quel biondo bastardo, ma anche per poter svolgere quelle attività che ci spettavano di diritto –sto parlando del calcio, della batteria, della corsa, della chitarra elettrica…-, ma che sono sempre state riservate ai maschietti.
Crescendo, le cose non migliorano: dovunque una donna si giri, vede porte sbarrate… nella politica come nell’economia, nella medicina e nelle gare sportive, passando per le cariche più alte in un’azienda o in un ufficio… lei deve sempre faticare. Perfino per non diventare mamma, deve faticare. E, quando decide di esserlo, il mondo intero sembra volerla dissociare dalla realtà e da se stessa.
Se a questa situazione “disagevole” aggiungiamo i cosiddetti problemi di cuore… non ne usciamo vive. L’esistenza di una ragazza è tempestata di saliscendi sentimentali, rotture, pensieri a notte fonda, tali che anche la quotidianità ne risulta compromessa. Vi sarà sicuramente capitato di svegliarvi la mattina, dopo otto ore di capriole e avvitamenti tra le lenzuola, con una faccia da sopravvissute in cui le occhiaie fungono da gommoni salvagente. La testa di una donna non si ferma proprio mai. Nemmeno la lingua, direbbero gli unici tre uomini superstiti della mia famiglia.
E che ci possiamo fare? Siamo passionali, o meglio, siamo abituate ad esternare le nostre emozioni, spesso esagerando ed inscenando una piazzata alla napoletana che neanche il Boss delle Cerimonie…
Io credo sia il bello di essere donna. E che sarebbe bello anche per gli uomini. Ogni tanto, mi è successo d’incontrarne uno che sapesse riconoscere i propri movimenti interiori –senza correre subito in bagno-, e che li affrontasse e me li lasciasse scorgere in superficie. Il migliore in questa attività lo sposo tra tre mesi. Questo non mi mette al riparo dal meraviglioso intreccio che mi unisce al mondo delle donne, né voglio che ciò accada: non merito un premio perché sto per sposarmi, ma perché ho combattuto ogni santo giorno della mia vita per quello che volevo diventare, come facciamo tutte.

E non mi considero una donna con le palle. Sono gli uomini che non hanno la vagina, e questo, dicano la verità, ha sempre dato loro fastidio. 

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