lunedì 11 agosto 2014

Vecchie amiche, amiche da vecchie

La settimana scorsa sono stata a cena a casa di Glade.
Ivi , ho scoperto che Yaia non sa pronunciare correttamente il nome di Glade stessa ed anche che i pallini sono enormemente divertenti. Specifico che il tema della serata erano i pois, altrimenti non capite niente.
Noi ragazze, pertanto, ci siamo abbigliate di conseguenza, con abiti e acconciature adeguate, e Glade si è esibita nella preparazione di cibi dalla forma sferica: polpettine, rotolini, orecchiette… In quanto al da-bere, ci è sembrato adatto il vino con le bollicine e un bel bicchiere di seltz, che mi ha fatto tornare bambina per alcuni istanti.
Solo per alcuni istanti.
Subito dopo il sltz, infatti, il mal di denti che avevo sopito con un forte antidolorifico è riemerso come Ursula riemerge dal mare nella sirenetta, ed ho iniziato a sbarellare. Successivi discorsi sul lesbismo e sulle mestruazioni hanno peggiorato a precipizio il mio stato d’animo, così alle undici ero a letto con uno straccio ghiacciato in faccia e pensieri di vecchiaia nella testa.
Dio santo, fino a qualche anno fa non avrei mai abbandonato una festa sul nascere. Mi sarei impegnata per sforare il coprifuoco e nasconderlo ai miei genitori. Ecco, credo che il peggio cominci quando inizi le tue frasi con “fino a qualche anno fa…”. Tristesse…
Cambiando punto di vista, la prospettiva non migliora granché. Ho fatto bene i conti e tra un anno e mezzo giusto ne compio TRENTA.  Se il mio sbigottimento avesse una temperatura, sarei decisamente ibernata, tipo Oetzi. (Almeno, lui è rimasto giovane)
Come vorremmo fermare il tempo nei nostri anni  migliori! Sarebbe bello poter stoppare l’orologio sui ventidue/ventitré, e continuare a vivere quella situazione leggera , vicina alla nascita, così sospesa sopra la vita reale.
Ma è inutile, le donne crescono e crescono più velocemente dei mascoli, perché le altre donne più vecchie di noi ce lo impongono. Dobbiamo imparare in fretta cosa significa essere donne nel corpo e nello spirito, ed affrontare il sangue, la maternità, la solitudine, la difficile amicizia al femminile, la violenza, l’invecchiamento. (N.b. L’Ottimismo non è il mio motto.)




Per sostenere questi pesi, a volte, si ha bisogno di aiuto. Altre donne potrebbero andar bene. Io e Anita abbiamo avuto una buona idea: quando saremo anziane, con la pensione minima e senza più compagni, potremmo contattare le amiche di una volta ed andare a vivere tutte insieme. Non sarebbe un ospizio, perché ci prenderemmo cura le une delle altre tra di noi. Io pagherei l’affitto, Anita la spesa, Le altre le bollette, le visite mediche, le dentiere, i regalini per i nipoti e i preservativi per quelle che saranno ancora attive in quel senso. Perché è vero che saremo in menopausa, ma morire a ottantanove anni di herpes proprio non è il caso.

L’immagine di noi riunite in uno stanzone a giocare a strip poker con i seni cadenti e a commentare foto sbiadite di Giorgio Pasotti mi ha fatto improvvisamente tornare sulla retta via della mondanità ed oggi, davanti a voi, pronuncio il solenne giuramento di non lasciare mai più una festa a metà, finché avrò fiato in corpo e un nastro a pallini sulla testa. E’ così che mi raggiungerà la terza età: donna tra altre donne, felice e con la pancia piena, se possibile.

2 commenti:

  1. E io spero che questo diventi il ritmo della vita anche delle nuove quattordicenni che potrebbero rovinarsi con psy e emis killa;-) faby

    RispondiElimina