La settimana
scorsa sono stata a cena a casa di Glade.
Ivi , ho
scoperto che Yaia non sa pronunciare correttamente il nome di Glade stessa ed
anche che i pallini sono enormemente divertenti. Specifico che il tema della
serata erano i pois, altrimenti non capite niente.
Noi ragazze,
pertanto, ci siamo abbigliate di conseguenza, con abiti e acconciature
adeguate, e Glade si è esibita nella preparazione di cibi dalla forma sferica:
polpettine, rotolini, orecchiette… In quanto al da-bere, ci è sembrato adatto il
vino con le bollicine e un bel bicchiere di seltz, che mi ha fatto tornare
bambina per alcuni istanti.
Solo per
alcuni istanti.
Subito dopo
il sltz, infatti, il mal di denti che avevo sopito con un forte antidolorifico
è riemerso come Ursula riemerge dal mare nella sirenetta, ed ho iniziato a
sbarellare. Successivi discorsi sul lesbismo e sulle mestruazioni hanno
peggiorato a precipizio il mio stato d’animo, così alle undici ero a letto con
uno straccio ghiacciato in faccia e pensieri di vecchiaia nella testa.
Dio santo,
fino a qualche anno fa non avrei mai abbandonato una festa sul nascere. Mi
sarei impegnata per sforare il coprifuoco e nasconderlo ai miei genitori. Ecco,
credo che il peggio cominci quando inizi le tue frasi con “fino a qualche anno fa…”. Tristesse…
Cambiando
punto di vista, la prospettiva non migliora granché. Ho fatto bene i conti e
tra un anno e mezzo giusto ne compio TRENTA. Se il mio sbigottimento avesse una
temperatura, sarei decisamente ibernata, tipo Oetzi. (Almeno, lui è rimasto
giovane)
Come
vorremmo fermare il tempo nei nostri anni
migliori! Sarebbe bello poter stoppare l’orologio sui ventidue/ventitré,
e continuare a vivere quella situazione leggera , vicina alla nascita, così
sospesa sopra la vita reale.
Ma è
inutile, le donne crescono e crescono più velocemente dei mascoli, perché le altre
donne più vecchie di noi ce lo impongono. Dobbiamo imparare in fretta cosa
significa essere donne nel corpo e nello spirito, ed affrontare il sangue, la
maternità, la solitudine, la difficile amicizia al femminile, la violenza,
l’invecchiamento. (N.b. L’Ottimismo non è il mio motto.)
Per
sostenere questi pesi, a volte, si ha bisogno di aiuto. Altre donne potrebbero
andar bene. Io e Anita abbiamo avuto una buona idea: quando saremo anziane, con
la pensione minima e senza più compagni, potremmo contattare le amiche di una
volta ed andare a vivere tutte insieme. Non sarebbe un ospizio, perché ci
prenderemmo cura le une delle altre tra di noi. Io pagherei l’affitto, Anita la
spesa, Le altre le bollette, le visite mediche, le dentiere, i regalini per i
nipoti e i preservativi per quelle che saranno ancora attive in quel senso.
Perché è vero che saremo in menopausa, ma morire a ottantanove anni di herpes proprio
non è il caso.
L’immagine
di noi riunite in uno stanzone a giocare a strip poker con i seni cadenti e a
commentare foto sbiadite di Giorgio Pasotti mi ha fatto improvvisamente tornare
sulla retta via della mondanità ed oggi, davanti a voi, pronuncio il solenne
giuramento di non lasciare mai più una festa a metà, finché avrò fiato in corpo
e un nastro a pallini sulla testa. E’ così che mi raggiungerà la terza età:
donna tra altre donne, felice e con la pancia piena, se possibile.
E io spero che questo diventi il ritmo della vita anche delle nuove quattordicenni che potrebbero rovinarsi con psy e emis killa;-) faby
RispondiEliminaBen detto
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