Sottotitolo: non disdegnate i pelati
Da quando non abito
più con i miei beneamati genitori, sono costretta a recarmi al supermercato
almeno due volte alla settimana, non tanto per incontrare la cortesia della
commessa Cristina (simpaticissima, per carità), quanto per cercare di colmare
il pozzo senza fondo che è lo stomaco del mio dolce architetto.
Dopo un anno, e
quindi circa cento spese, posso dichiararmi un’esperta nell’arte di riconoscere
l’uomo da supermercato ideale.
Il supermercato, si
sa, è terreno fertile per il rimorchio puro, quello cioè in cui si è soli con
le proprie debolezze –cioccolato, formaggio, bibite gassate- e ci si deve
rapportare a viso aperto con un’altra anima in pena, venuta nel regno del
consumismo alimentare a cercare nel cibo un sostituto d’affetto.
E’ in questi grandi
momenti di mandrillaggine che il mio radar per gli inciuci si attiva e, spesso,
impazzisce. Non avete idea di quanti tentativi di aggancio mi si sono parati
davanti da quando frequento il supermercato con una certa assiduità, e non dico
nei miei confronti: sono persuasa che, se uno vuole essere sdraiato, glielo si
legge in faccia; altrettanto riconoscibili sono, d’altra parte, i personaggi
già impegnati che vanno a fare veramente
la spesa e basta. No, io parlo delle scene a cui ho assistito, e con gran
gusto; scene di una bellezza cosmica che mi hanno permesso di stilare la lista
degli uomini da supermercato.
I maschi sono sempre
andati a fare la spesa. Una volta sembrava che questa fosse un’attività
abbastanza mascolina, adatta alle attitudini di Lui: tra gli scaffali, il
capofamiglia si sentiva in potere di decidere cosa avrebbero mangiato moglie e
figli, di pagare il conto da bravo sostentatore, di alzare carichi pesanti
–come si addice a un vero gentiluomo. Oggigiorno la cosa non è più tanto legata
al genere. Più che altro, è legata al fatto che di capifamiglia ne son rimasti
ben pochi ed anche il masculo-masculo
–quello da palestra, per capirsi- deve arrangiarsi da sé.
Negli scorsi dodici
mesi, li ho visti aggirarsi tristemente nel reparto surgelati, oltrepassare con
sdegno la zona frutta e verdura, giochicchiare con il cellulare nella fila alla
cassa (fingendo di messaggiare con una inesistente conquista del venerdì sera).
Ma andiamo con ordine.
A tutte le ragazze singles consiglio vivamente di andare al supermercato una
volta alla settimana, munite però del prontuario che vi fornirò seduta stante.
Ci sono vari tipi di uomo da supermercato e bisogna fare attenzione nel
puntarne uno, perché i motivi per cui una situazione calda potrebbe degenerare
in un pasticcio da galera sono molteplici e insidiosi.
1) Tanto
per cominciare, buttate sempre un occhio alle mani. Se ha la fede, il segno
dell’abbronzatura sull’anulare sinistro o una qualsiasi vergata rossa intorno
alla base di quel preciso dito… lasciate perdere. Se non è sposato, forse si è
appena separato dalla moglie, e in questo caso voi sareste solo la stantuffata
di passaggio verso un futuro migliore. Tale condizione sarà confermata da ciò
che egli porta nel cestello della spesa: se ha pacchi di surgelati, pizze da
fare al microonde e gelati al Paciugo, fategli una bella foto per l’album “Ci
vediamo tra un paio d’anni” e passate oltre.
2) L’uomo
in uniforme militare. Sexy, vi sorride sempre. Il fascino della divisa. Pay
attention: potrebbe essere un padre tornato dall’Iraq per trascorrere le
festività con le sue figliolette. Se nel carrello ha messo dolciumi vari
(caramelle, tubi di chicche colorate e biscotti che più grassi non si può),
vuol dire che ha davvero figli e che è qui per una breve visita a sorpresa. Se,
invece, non scappa via subito come se avesse i minuti contati e indugia accanto
a voi al banco frigo, è necessario che nella vostra testa baleni la domanda: Ci rimarrei tanto male se il soldatino mi
usasse solo come intrallazzo tra una missione e l’altra? A voi l’ardua
sentenza.
3) Il
giovine. Ce ne sono tanti. Evitiamo i minorenni, che si spostano a colonie
soprattutto sotto Pasquetta e Ferragosto, acquistando alcolici e sghignazzando
all’idea. Colui che a noi più interessa è l’universitario: vestiti
finto-trasandati, barba incolta, scarpe di Prada, borsa a tracolla, occhio da
panda (roba che non si capisce se le occhiaie sono dovute all’eccesso di studio
o a una nottata in Panda). E qui
bisogna capire se il ragazzo vive da solo o se sta ancora con mamma e papà. Bè,
già il fatto che stia facendo la spesa è un buon segno. Nel caso in cui abbia
il coraggio di fare la fila al banco dei salumi senza sfoderare
i-pad/i-pod/i-phone/i-xxx, tenetelo in considerazione. Probabilmente è
all’ultimo anno e può iniziare a pensarsi come adulto e non più come a un
coglione in motorino che salta le lezioni per passare la mattinata al bar.
4) Per
le over 30: non siate indifferenti nei confronti dei calvi. Possono riservare
belle emozioni, ed inoltre ci provano. Di solito indossano polo colorate e
jeans di una banalità impressionante, ma l’orologio vintage vi rivelerà
posizione economica e grado di raffinatezza.
Anche
il magro con la panza ha il suo perché, a patto che non sia molle. Potete
testarne la consistenza facendo uno sbadato passettino all’indietro e finendo a
sbattere contro lo stomaco in esame: se rimbalzate, bene. Altrimenti, mi scusi
tanto e non girate più la testa nella sua direzione.
Abbasso
i portatori di canottiera, i turisti, gli over 60 marpioni senza badante e i
rampicanti, ovvero quelli che si attaccano disperatamente a voi anche se gli
avete fatto capire che non vi interessano: questi ultimi sono capaci di
seguirvi nel parcheggio, caso in cui dovrete avere la forza di chiudere
portiera e finestrino della macchina e partire sgommando senza promettere il
numero di telefono né nient’altro.
Il mio uomo ogni tanto
va al supermercato da solo, ma il più delle volte mi accompagna e guida il
carrello. Non capisco se lo fa per vedere se flirto con qualcuno o per
proteggermi da eventuali flirti. Lui però non va mai nel supermercato del
nostro paese, quando lo lascio libero di pascolare un po’. Devo preoccuparmi?
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