-Nel pieno rispetto-
La mia sorella Numero
Due mi ha regalato un paio di scarpe con la zeppa di sughero, color lattementa.
Bellissime.
Mi fanno talmente
male, che le indosso solo per il piacere di toglierle.
Questa affermazione mi
fa pensare a tutte le scarpe che ho avuto –e alle persone che ho conosciuto
calzando quelle scarpe-; non l’avevo mai ammesso, ma in molte occasioni il
dolore è stato maggiore del piacere, sia con le persone sia con le scarpe.
Nei rapporti, come
nella scelta delle calzature, all’inizio c’è il colpo di fulmine. Di solito,
ciò che colpisce è la forma, la
bellezza. Poi avviene il primo contatto e si resta delusi o estasiati. Il terzo
step è la prova su strada: come ci sto, dentro questa ballerina, dentro questa
relazione? C’è chi compra in ogni caso, ignorando prezzo e scomodità. C’è chi
compra tanto per…. E poi c’è chi non compra affatto, spaventato dall’eccessivo
costo o dalla paura di provare qualcosa di diverso, di nuovo. E si rifugia nella
sicurezza del sandalo rasoterra, marrone, pratico, anonimo, passpartout.
In altre situazioni,
invece, scarpe –e anime- vanno conosciute lentamente: di primo acchito non ci
attraggono, poi impariamo ad apprezzarne certi aspetti e a valutare il rapporto
qualità/prezzo. Di solito, questa capacità di acquista col tempo, crescendo,
provando e, sì, soffrendo anche un bel po’.
Sarebbe bello poter
scegliere le persone con cui avere a che fare nello stesso modo in cui, la
maggior parte delle volte, si scelgono le scarpe, ovvero sull’onda dell’istinto
e delle sensazioni di piacere che momentaneamente accompagnano un tacco ben
fatto, una tinta sgargiante. Solo che i rapporti sono ben più complicati di un
cinturino, di una camminata, di un errore stilistico. C’è in ballo molto di più
–non sempre ce ne rendiamo conto, influenzati dalla paura di essere soli e
dalla scarsa stima di noi stessi- e questo di
più non si può certo buttar via una volta consumato o rotto, come invece si
farebbe con sneakers e stivali. Con amanti, amici e familiari dovremo sempre
confrontarci e scontrarci, provando tutto quelle che è previsto nel prezzo… e
senza possibilità di resa alla cassa. Quando si avvia un rapporto, non ti danno
lo scontrino: se le cose non vanno bene, te la devi cavare tu, con la tua
diplomazia (che a volte fa cilecca), la tua decisione (scarseggiante), i tuoi
dubbi e le tue emozioni (spesso prevaricanti). Non è facile. Ci sono sandali
che tradiscono, tacchi che si spezzano all’improvviso e suole bucate; i colori
sbiadiscono, i modelli passano di moda, i piedi cambiano. E allo stesso modo le
persone tradiscono, muoiono, cadono, perdono forza, invecchiano, cambiano. Noi
per primi.
S-carpe
diem!
potrebbe essere il motto di chi ha spirito di adattamento –grande qualità-, ma
il mio consiglio è di non accontentarsi tanto per non andare scalzi; nella vita
come in un negozio, talvolta è necessario attendere perché arrivi la merce
giusta per ognuno di noi. Nel frattempo si cambia, si gode e si bestemmia, ma
sempre nel pieno rispetto dei propri piè, che devono sopportare il peso di
tutti noi.
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